giovedì 9 agosto 2018

Santuario di Montevergine



Periodo
Agosto 2018

Percorso
Parete, Maddaloni, Arpaia, Roccabascerana, Pietrastorina, Due Strade, Sant'Angelo a Scala, Summonte, Ospedaletto d'Alpinolo, Montevergine (Km tot. a/r 171 Km)


Insieme a Samir affronto una delle giornate più calde dell'anno per fare un ciclopellegrinaggio da tempo promesso. La nostra meta: il Santuario di Montevergine, posto a ben 1270 metri sul livello del mare. A breve partirò con la famiglia per le vacanze estive e la bici non la vedrò per un bel pezzo... ciò è motivo determinante per affrontare questa lunga uscita!  
Un percorso che si figura piuttosto duro, ma che alla fine ci affaticherà più mentalmente che fisicamente.
Ci incontriamo festanti ad Aversa per dirigerci verso Maddaloni, dove a rammentarci le difficoltà del nostro piccolo viaggio è un lunghissimo dislivello in salita che ci accompagna fino ad Arpaia.
Giunti a Roccabascerana, siamo già a circa 55 km da casa e grondanti di sudore ci dirigiamo verso il primo bar che incontriamo sulla strada: il barista vedendoci arrivare ci accoglie chiedendoci "d'addo' v'nit' accussì bell' frisch' frisch'?". Un po' di risate, l'ombra del gazebo, un cornetto e una red bull sono un carico di energia per rimetterci in marcia.
Lungo la strada attraversiamo tanti piccoli e caratteristici borghi, tra cui quello di Sant'Angelo a Scala, dove una vecchietta, vedendoci intenti alla ricerca di una fontanina per riempire le nostre borracce, ci indica una fonte che sgorga quasi come per miracolo dalle antiche mura di una chiesa.
Passiamo di striscio per Summonte, uno dei più bei borghi d'Italia, e sostiamo poi per qualche minuto ad Ospedaletto d'Alpinolo prima di affrontare la lunga salita che ci porterà al Santuario; nella piazza di questo paese il mio compagno di viaggio mi lascia a guardia delle bici mentre va a prendersi un caffè in un bar poco distante (Samir a quanto pare ha un perenne bisogno di caffeina!)... giusto il tempo necessario affinché il cane scemo del villaggio mi viene vicino ad abbaiare, tenendosi però fortunatamente sempre a debita distanza da me (quando facevo per scherzo ad andargli incontro con la bici, proporzionalmente arretrava, continuando però ad abbaiare); torna il mio amico, che vedendo la scena, ride... ovviamente lo insulto, perché sa della mia ancestrale paura per i cani... e ci rimettiamo in marcia, lasciando il cane al suo nuovo obiettivo verso cui dirigere la sua dabbenaggine, una signora che con la busta della spesa attraversava la strada.  
Siamo già a 725 metri d'altezza, per conquistare la vetta ne dobbiamo scalare altri 550 distribuiti su 10 km: in soldoni si tratta di una lunga salita con una pendenza del 5-6%, più volte utilizzata come palcoscenico del finale di gara di una tappa del Giro d'Italia.
Arriviamo finalmente al Santuario, visitiamo la chiesa, facciamo qualche scatto e ci rifocilliamo con un panino presso un chiosco situato nelle immediate vicinanze; mentre aspettiamo di essere serviti, si avvicina un curioso turista che ci chiede se per arrivare lassù avessimo usufruito della funicolare... gli facciamo notare, osservando la sua faccia incredula, che nonostante il caldo bestiale ci eravamo fatti appena quasi una novantina di km per arrivare fin lì e che, secondo la nostra filosofia, mai e poi mai avremmo potuto usare altro mezzo per giungere a destinazione.
La discesa, a mio avviso più difficile della salita (per via della pericolosità dei tornanti che hanno cagionato ai ciclisti tante fratture), ci regala paesaggi stupendi... ci rendiamo conto di quanto siamo saliti così in alto quando ad ogni curva vediamo in lontananza le montagne circostanti che sembrano piccole sotto di noi.
Il ritorno è più celere rispetto all'andata e in breve arriviamo nei pressi di Maddaloni, dove ad accoglierci è un acquazzone estivo: anche se ormai bagnati, ci ripariamo in uno dei tanti bar che costellano la strada, aspettando che spiova. L'attesa è breve! Ci rimettiamo in marcia ed appena il tempo di fare quattro pedalate che il caldo sole d'Agosto asciuga del tutto noi e la strada... incredibile!
Giunti di nuovo ad Aversa, il mio amico si accorge di avere il copertone un po' sgonfio... una piccola foratura sta causando un lentissimo stillicidio d'aria. Si decide di cambiare la camera d'aria direttamente a casa, siamo ormai troppo stanchi di testa e mancano soli pochissimi km. Ci salutiamo e ci ripromettiamo tanti altri piccoli viaggi in bici insieme!





















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